Hai mai pensato che l’esplorazione di un luogo passa anche dalla conoscenza della natura e del territorio? Se trascorri le vacanze nel Nord Sardegna resterai incantato dai boschi di sugherete e stupito dai suoi molteplici usi.
La quercia da sughero é la regina della biodiversità mediterranea e in Gallura rappresenta una pianta simbolo. Presente in Sardegna e in altri sei paesi, le sugherete ricoprono una buona parte delle colline galluresi. Sono facili da scorgere mentre si percorrono le strade dell’entroterra o sulla costa con i fusti che balzano all’occhio soprattutto in estate, perché estratta la corteccia, presentano un colore rossastro, come dipinte.
Il sughero nel quotidiano
Conosciuto sin dall’età nuragica per le sue proprietà isolanti, impiegato come pavimentazione e per creare manici di utensili e oggetti, oggi rappresenta la risorsa primaria del centro Gallura per la produzione di tappi.
Durante le vacanze, potresti tenerne uno tra le mani, dopo aver stappato un buon Vermentino di Gallura DOCG, oppure ricevere una portata di salumi o di carne su un vassoio di sughero come si faceva un tempo. Potresti inoltre incontrare qualche anziano signore mentre si abbevera ad una fontana con un singolare recipiente di sughero, la nappedda, o con l’uppu, una sorta di bicchiere dotato di un lungo manico per attingere l’acqua. Qualche pescatore invece lo usa ancora come porta lenza, di forma rettangolare dello spessore di qualche centimetro e un profilo “a vita” in modo da consentire l’avvolgimento del filo.
É maschio o femmina?
Una delle curiosità che non tutti conoscono è che in base alla fase di estrazione esiste un sughero maschio e un sughero femmina. Una quercia impiega 30 anni per fornire la prima corteccia, detta sughero maschio, grossolano e meno pregiato. Dopo questa prima estrazione lo stesso albero impiega circa 10 anni per produrre il sughero femmina, leggero e compatto, principalmente usato nella produzione di tappi destinati alle bottiglie di tutto il mondo.
Il Museo del sughero
Culla del sughero, in Gallura non poteva mancare un museo ad esso dedicato. Si trova nel piccolo paese di Calangianus, polo della produzione industriale di tappi da sughero legata a una lunga tradizione di lavorazione di questa materia prima, a soli 35 minuti dai principali centri della costa (Palau, Santa Teresa Gallura, Isola Rossa).
Il Museo sorge all’interno di un antico convento di cappuccini nel cuore del paese e qui è possibile osservare le diverse fasi di estrazione e lavorazione del sughero, gli utensili usati dai galluresi nella vita quotidiana e scoprire tutte le curiosità su questa risorsa naturale legata indissolubilmente al territorio. Anche il MEOC, Museo Etnografico Oliva Carta Cannas di Aggius, dedica una sezione della sua mostra permanente agli antichi mestieri, compresa la lavorazione del sughero.
Innovazione e oggetti da portare a casa
Se trascorri le vacanze in Gallura ti accorgerai di come il sughero caratterizza gli usi della sua gente, non solo nella quotidianità e nel lavoro, ma anche in nuovi e inaspettati ambiti e con destinazioni d’uso davvero curiose. Una delle idee più innovative è stata messa a punto da una stilista gallurese, Anna Grindi, brevettando la fibra che ha origine dal sughero, il suberis, con cui confeziona abiti unici, leggeri e alla moda. Vale la pena visitare il suo atelier, nel centro di Tempio Pausania, dove si trovano anche accessori, gioielli e elementi di home decor rigorosamente in fibra naturale. Ma non solo: nelle bancarelle dei mercatini serali delle località di mare puoi trovare artigiani che espongono gioielli della tradizione sarda, il classico bottone e su coccu, abbinati a un cinturino in sughero o oggetti di decor realizzati a mano.